Il Monferrato è ricco di tradizioni e storie curiose e affascinanti che è doveroso ricordare e tramandare alle nuove generazioni, per mantenere saldo il legame con la propria terra!
Una delle tradizioni popolari più antiche è la vendemmia del Rapulin ‘d san Martin.
“Rap” in dialetto piemontese è il grappolo d’uva e i rapulin sono i piccoli grappoli, figli di tralci secondari, che in alcune vigne maturano tardivamente e, non giungendo a maturazione al tempo della vendemmia principale, vengono lasciati sul filone e raccolti più tardi.
Ma “rapulin” è il termine con cui si indica anche il processo di raccolta di questi grappoli tardivi: un tempo, infatti, era consuetudine che i proprietari delle vigne autorizzassero i più poveri ad entrare nei propri terreni per raccogliere quest’uva rimasta sui tralci.
La tradizione di questa vendemmia particolare rivive oggi nella Fiera del Rapulè di Calosso, una sorta di pellegrinaggio per celebrare le antiche consuetudini del territorio.
Quando terminano le fatiche della vendemmia e la campagna monferrina assume quei caldi colori autunnali, il borgo di Calosso si anima con il suo percorso enogastronomico. Una celebrazione delle tradizioni e anche dei prodotti tipici e soprattutto dei vini, visto che il 90% della superficie di questa zona è a coltura vinicola: il Moscato, cultivar principale; la Barbera, coltivata da tempi immemori; e soprattutto il Calosso Doc (una delle 5 denominazioni più piccole del Piemonte), prodotto con uve Gamba di Pernice, uno dei più antichi vitigni piemontesi; questo curioso nome è dato dal fatto che il raspo (per intenderci, il grappolo senza gli acini), prima dell’invaiatura (altro termine super tecnico che descrive un affascinante fenomeno: quella fase in cui gli acini, dall’iniziale colore verde, assumono gradualmente la loro colorazione finale, dando vita ad una tavolozza incredibile di colori nella vigna) assomiglia proprio alla zampa di una pernice! Il risultato finale è un vino rosso rubino, ricco di aromi speziati e balsamici.
Un itinerario che si svolge tra le vie del borgo e anche sottoterra: è possibile infatti visitare i numerosi “Crotin”, le antiche cantine a cunicolo scavate sotto le abitazioni del centro storico, a volte addirittura comunicanti tra loro, usate da secoli per la conservazione del vino e delle derrate alimentari.
Quest’anno l’edizione in sicurezza avrà luogo il 15-16-17 ottobre, in forma ridotta per rispettare le norme anti covid, ma sempre nel segno della qualità. E’ necessario acquistare i ticket per poter accedere alla manifestazione e godersi una piacevole giornata autunnale monferrina.
E già che siete a Calosso non perdete l’occasione di visitare il suo castello: un imponente edificio che si stratifica in diverse fasi costruttive a partire da epoca antecedente al Mille. Da fortezza si è poi trasformato in dimora privata di campagna, in gran parte visitabile su prenotazione.
Per info fiera: www.fieradelrapule.it
Per i ticket: www.fieradelrapule.it/shop
14052 Calosso (At)
Per info Castello di Calosso
+39 339 597 1315
Crediti foto: comune di Calosso
Fiera del rapulè