C’è un paese disperso nelle colline del Monferrato che da tutti è soprannominato “Il paese che non c’è”. Si tratta di Odalengo Piccolo, da non confondere con Odalengo Grande, comune a sè stante, che andremo a scoprire qualche puntata più avanti. Seppur in linea d’aria i due borghi distino poco meno di cinque chilometri, bisogna fare un bel pezzo di strada per ricongiungere l’uno con l’altro. Nel mentre, ci siamo presi un paio d’ore per gustarci le bellezze naturali che la zona propone. Con una bella scarpetta da trekking si possono battere sentieri per tutti i livelli di difficoltà. Il paese è attraversato dall’Itinerario Superga-Crea e l’Associazione Cammini Divini ciclicamente organizza percorsi che attraversano i boschi per arrivare fino a Villadeati. Per chi ama stare all’aria aperta, questa parte di Monferrato è davvero affascinante.
Dall’osservatorio alla colonia britannica: quante curiosità in uno dei paesi più piccoli del nostro Monferrato
Ma perché Odalengo è chiamato “Il paese che non c’è”? Una volta parcheggiata la macchina davanti all’Ufficio Comunale, probabilmente ne capirete il motivo. Ogni attrazione, ogni servizio rilevante, si trova disseminato in una delle frazioni del piccolissimo comune. Il paese, che si trova sulla sponda destra del torrente Stura, che attraversa tutta la Valle Cerrina, è formato da ben cinque frazioni: Vicinato, Pessine, Palmaro, Serra e Dorato. Per un totale di 266 abitanti bilanciati su 760 ettari di superficie. A Serra si trova proprio il Municipio, a Vicinato la Parrocchia. Nella zona di Pessine per esempio abbiamo il Castello, mentre a Palmaro l’Osservatorio Astronomico.
Già, perché il punto di ritrovo del Monferrato per tanti appassionati è proprio Odalengo Piccolo che, grazie all’Associazione del Gruppo Astrofili Cielo del Monferrato, si è dotata di un vero punto di osservazione professionale. Il gruppo, nato agli inizi degli anni 2000, in collaborazione con il Comune è riuscito nel 2007 a inaugurare questo piccolo edificio a impatto zero con l’obiettivo di organizzare serate osservative volte alla divulgazione e conoscenza delle meraviglie del cielo. L’osservatorio è stato costruito su un bricco ricoperto di vegetazione in frazione Palmaro. Fra telescopi di ultima generazione, rifrattori e materiale adibito alla ripresa video ce n’è davvero per tutti i gusti ed esigenze. Dalla primavera in poi, si organizzano serate fino a un massimo di venti persone contemporaneamente. Tante le scolaresche coinvolte con progetti specifici. La prenotazione si può effettuare direttamente sul sito internet e i prezzi sono ampiamente alla portata di tutti.
L’Osservatorio come dicevamo è stato costruito in una zona verdissima. Qui si trova l’Oasi di Protezione del Monferrato Casalese. Questa infatti è un’area, stabilita per legge nel 1992, destinata alla conservazione degli habitat naturali e alla riproduzione della fauna selvatica. Sul territorio provinciale ne esistono 23, ma quella di Odalengo (in realtà tocca anche il Comune limitrofo di Villadeati) è stata data in gestione a figure in grado di garantirne un controllo ancora più professionale. Grazie alla varietà delle tipologie ambientali come vigneti, prati, boschi, l’area viene considerata un vero e proprio laboratorio a cielo aperto dove compiere studi botanici e sulla fauna. Una ricca cartellonistica ci permette di scoprire le diverse varietà di animali presenti. Uccelli stanziali, migratori nidificati nell’oasi e tanti, tanti mammiferi.
Proseguendo lungo il sentiero che si distende da questo lato di Odalengo si può raggiungere la frazione Pessine dove si trova il Castello, o quanto meno quello che ne resta. Si tratta di una proprietà privata ora in fase di ristrutturazione. Sul portale del Castello vi è un’antica pietra che secondo la tradizione risulta essere il vero e proprio simbolo del paese. Raffigura l’Agnus Dei (Agnello di Dio) e l’animale è parte dello stemma civico.
Se mentre state passeggiando chiedete a qualche abitante del luogo qualcosa su Odalengo scoprirete che ci sono ancora tre cose che dovete assolutamente sapere. La prima è che al Bric di San Michele se si è fortunati si può godere del tramonto più bello del mondo. Dopo l’osservatorio, proseguendo sulla destra, comincia una stradina sterrata, strettissima. Bisogna avere un po’ di pazienza e anche un buon passo. Una volta saliti fino in cima, se avrete azzeccato l’orario giusto, rimarrete estasiati. La seconda è che Odalengo Piccolo è anche conosciuta per le sue mele antiche. Lo dice già il cartello stradale che vi darà il benvenuto una volta varcato il confine. Il merito va dato a Claudio Caramellino che ormai cinquant’anni fa riprese una bellissima tradizione e ricominciò a innestarle e coltivarle. Dopo anni di studi, alcune hanno ottenuto il marchio di tipicità della regione Piemonte. Avete mai sentito parlare di Canditina, CIucarina, Pum Marcun e Ruscaiò? Loro sono state inserite nella banca dati della Scuola Malva di Bibiana. A dir poco squisite. Se vi capiterà di passare da queste parti durante la Fiera Regionale del Tartufo Bianco, sappiate che all’interno c’è una sezione specifica sulle Mele Antiche. Infine, dovete sapere che Odalengo Piccolo è stata una vera e propria colonia britannica. Come sarà mai possibile?
Lo scrittore scozzese Roy Mac Gregor Hastie ne è stato l’apripista. Il merito è senza dubbio da attribuire alla moglie, Olga Muzio, originaria proprio di Odalengo. Entrambi insegnanti: lui viveva a Cadice, lei a Marsiglia. Un incontro casuale su un treno fece scoccare la scintilla e qualche anno più tardi il Monferrato diventò la loro nuova casa. Abitavano in frazione Vicinato, vicino alla Chiesa dedicata ai Santi Maria e Pietro. Il tutto è raccontato nell’opera autobiografica “Signor Roy. L’inglese del Monferrato”. Sull’onda di Mac Gregor arrivarono qualche anno più tardi anche Martin Hocke, apprezzata firma del genere fantasy in Inghilterra, l’ambasciatore Bernard Dobbs che aveva appena concluso la sua carriera diplomatica in Laos e il professor Fitzegerald, che dopo anni di insegnamento di letteratura e lingua inglese a Canberra aveva bisogno di un luogo avvolto dal silenzio dove riposare. Sul perché scelsero proprio Odalengo Piccolo una risposta precisa è impossibile trovarla ma qualche spunto su questo luogo del cuore probabilmente ve l’abbiamo già appuntato.