Somiglia a un aperitivo, anzi forse di più a quelle apericene che abbiamo tanto imparato a mal sopportare, forse ricorda persino un brunch, ma non è l’uno né l’altro; stiamo parlando della Merenda Sinoira, una vecchia tradizione gastronomica piemontese indimenticabile e indimenticata che sta tornando in auge, e non solo in Piemonte.
Cos’è la Merenda Sinoira
Partiamo spiegando di che cosa si tratta, la Merenda Sinoira è un pasto freddo, sostanzioso ma con prodotti semplici, ancora meglio se prodotti del territorio, che come suggerisce il nome viene offerta nel pomeriggio, dalle 17 in poi, prima di dedicarsi alla cena vera e propria. Il nome Sinoira deriva da “sin-a”, una parola che in dialetto piemontese significa proprio cena. Quindi una merenda prima di cena.
Oggi la Merenda Sinoira è stata riscoperta e reinventata, complice la voglia di reinventare momenti di socialità da godersi rigorosamente in modalità lenta. Sono molti gli agriturismi che ripropongono la merenda sinoira in Monferrato. Ma esempi di merenda moderna si trovano anche in città come Alessandria, Torino e addirittura Milano
Le origini della Merenda Sinoira
Come molte delle tradizioni gastronomiche più interessanti, anche la Merenda Sinoira ha le sue origini tra le usanze contadine. Siamo nel Piemonte rurale, non quello aristocratico di Savoia e dei castelli, ma quello dell’Alessandrino dove la campagna fa da padrona e il tempo è scandito dal lavoro. Facciamo un salto indietro nel tempo, fino alla seconda metà del 1800. Immaginiamo per un secondo la campagna piemontese, senza elettricità, dove il fulcro della socialità ruota intorno a pane e vino e una partita di bocce. L’orto di casa sfamava tutta la famiglia, e l’accoglienza si traduceva in abbondanza. La Merenda Sinoira si consumava d’estate, un dizionario del 1859 inseriva la merenda sinoira, facendo appello a un antico proverbio piemontese, tra San Giuseppe (fine marzo) e San Michele (fine settembre), prendendo in mezzo tutta la primavera e tutta l’estate.
“San Giusep a porta la marenda ant el fassolet, San Michel a porta la marenda an ciel” (San Giuseppe porta la merenda nel fazzoletto, San Michele porta la merenda in cielo).
Come si preparava la Merenda Sinoira
Intorno alle 17 si allestiva questa pausa rinfrancante con lo scopo di dare energia a chi aveva svolto lavori faticosi nel primo pomeriggio, prima di iniziare ad affrontare i compiti serali. La “marenda ant el fassolet” veniva portata nel campo in un tovagliolo e di conseguenza consumata all’aperto. La “marenda sinoira” vera e propria era invece molto più ricca e varia e veniva preparata in casa alla fine di un lavoro importante. Partecipavano a questo piccolo banchetto tutti i componenti della famiglia, ma anche le persone che avevano contribuito a portare a termine il lavoro.
In questi casi, la “marenda” comprendeva almeno cinque o sei portate, tra cui salumi e insaccati della zona, toma fresca e stagionata, antipasto piemontese di verdure con aggiunta di tonno o uova sode, sottaceti, polenta arrostita, fragole e pesche al vino. Nei cortili, sotto le tòpie (pergolati), arrivavano carne cruda in insalata (carn crùa), le acciughe al verde, frittate o anche qualche carpione… pane casareccio e qualche buona bottiglia di Barbera.
La Merenda Sinoira: menu
Recuperare oggi la tradizione antica della Merenda Sinoira significa riappropriarsi di un orgoglio culturale regionale. Riscoprire una tradizione però significa anche rinnovarla e reinterpretarla. Bisogna magari ripensare un po’ agli orari, spostare la merenda dopo le 18.00 perché si possa conciliare con degli stili di vita più moderni. Restano irrinunciabili la semplicità degli ingredienti, il richiamo ai prodotti del territorio e il relax. Per preparare la merenda partiamo con i salumi: scegliete un ottimo salame artigianale, da tagliare spesso, rigorosamente al coltello. Non è male scegliere un salame poco stagionato che si possa spalmare direttamente sul pane. Continuiamo con il prosciutto cotto al forno, il lardo alla campagnola e l’immancabile pancetta al Barolo. Dopo i salumi è il momento dei formaggi, e qui c’è solo l’imbarazzo della scelta a puntare su prodotti rigorosamente local. Toma di Langa, Raschera, Bra, qualche pezzetto di Castelmagno. Tutto accompagnato da ottimo miele e dalla Cugnà. Come la Merenda Sinoira, anche la Cugnà arriva dal passato, si tratta di una specie di marmellata che viene fatta con mosto di vino, nocciole, mele, pere e altri ingredienti che danno vita a un prodotto dal sapore stupefacente. Specialmente se abbinata a formaggi dal gusto intenso. Ad accompagnare il tutto il pane e i grissini, meglio se fatti in casa.
Immancabile carpione
Nel menu della Merenda Sinoira spicca il carpione piemontese. Il carpione piemontese è uno dei piatti simbolo dell’estate, una preparazione povera e molto antica che viene usata per carne, verdura, uova e pesce. Il carpione risale molto probabilmente al medioevo, o addirittura all’antica Roma. Periodi storici in cui non si disponeva degli odierni metodi di conservazione e si usavano sale e aceto per fare in modo che gli ingredienti si conservassero il più a lungo possibile. Il carpione è un cibo della tradizione contadina, ecco il motivo per cui lo troviamo nella nostra marenda. Il carpione si mangia anche in accompagnamento ai tomini caldi, perfetto specialmente con i tomini piccanti.