Il capitano della JB Monferrato fra vini rossi e borghi da scoprire
La prima volta che ha messo piede al Palazzetto dello Sport di Casale Monferrato aveva da poco compiuto ventidue anni. Un sorriso di circostanza, forse di emozione, durante le classiche foto di rito all’interno della sua presentazione alla stampa. Eppure Niccolò Martinoni quel giorno è diventato un monferrino doc, e probabilmente nemmeno lui se lo sarebbe immaginato. Era il 2011 e Casale in quella stagione disputava il suo primo ed unico campionato nella massima serie di pallacanestro italiana. A dieci anni di distanza veste ancora quei colori. È il capitano di una compagine che oggi ha cambiato identità e nome, diventando JB Monferrato, ma che rappresenta come non mai il nostro territorio.
Ha scelto Cereseto come paese d’adozione dove ha comprato casa ed è diventato papà della bellissima Amelia frutto dell’amore con Carlotta. Nato e cresciuto a Varese, qui ha scoperto un mondo assolutamente inaspettato. Fra fascino e mistero, avvolto da storie e leggende antiche, passando per castelli e borghi nascosti che a distanza di anni ancora lo incantano. Quella con il Monferrato è stata un’attrazione forte, dove costruire una solidissima stabilità privata che è il segreto per il successo anche in ambito professionale.
È Amante della cucina, specialmente dei grandi classici. Lui non è da composizioni vistose, da piatti gourmet. In effetti è quello che trasmette anche in campo ogni domenica. La sostanza prima di tutto. Nella gastronomia vince sempre la stagionalità ed il risultato è quello che ogni piatto può offrire con la sua varietà di ingredienti. Non si definisce un grande mangiatore, probabilmente anche in virtù del ruolo sportivo che ricopre ma al tempo stesso non disdegna nulla. Affettati, primi e secondi di ogni tipo e genere. Imparando a scoprire le diversità di sapori frequentando i tantissimi ristoranti e locande sparsi per il Monferrato.
È per i vini però che nel tempo Niccolò ha maturato una passione non indifferente. Tant’è che in quel che rimane fra allenamenti e partite è riuscito a partecipare al corso di tecnica di degustazione organizzato dall’Ais Piemonte (Associazione Italiana Sommelier). Soltanto il Covid non gli ha permesso di conseguire l’esame del terzo livello ma sicuramente una volta tornati alla normalità sarà uno step obbligatorio. A fine carriera si apriranno tante opportunità e chissà che il mondo dell’enogastronomia non possa fare al caso suo. Fra i vini preferiti ci sono due rossi: il Grignolino, che è ritornato alla ribalta negli ultimi anni, ed il Ruchè, molto ricercato vista la sua produzione limitata ad una zona molto ristretta del nostro territorio.
Nonostante all’inizio la detestasse, con il tempo Capitan Martinoni ha iniziato ad apprezzare anche la nebbia che di fatto è un tratto caratterizzante e distintivo del nostro Monferrato. Con l’arrivo delle belle giornate gli piace molto salire in macchina e lasciarsi inghiottire fra chilometri di curve e strade di campagna.
Non c’è un paese preferito ma in un ipotetico tragitto del cuore si parte da Casale Monferrato e si imposta la rotta verso Vignale e Moncalvo, vere e proprie perle assolute. Due direttrici differenti, non distanti fra loro, che disegnandone e poi chiudendone la forma conducono fino ad Asti. Lì nel mezzo c’è l’imbarazzo della scelta e Montemagno, Grana e Olivola si sono conquistati una menzione speciale.