Lo studioso dei Templari si deve interrogare sulla loro improvvisa importanza nella società medievale e poi sul loro crollo come ordine di cavalieri e milizia armata. Dai processi che seguirono quello celebre del 1307 in Francia, dove le guardie del re dopo un processo sommario sterminarono i membri più importanti dell’ordine, si nota, in Europa, la sopravvivenza di alcuni membri, i quali continuarono a lavorare, come prima, ma in altre comunità religiose, come ai tempi dei fratres Templi.
È il caso di Santa Maria del Tempio di Casale, dove il luogo notevole, anche per le ricchezze portate dai membri dell’ordine, era soprattutto un luogo di preghiera, accanto a importanti reliquie, come un frammento di legno della Santa Croce. Non è un caso che la lipsanoteca diocesana di Casale Monferrato, tra palazzo vescovile e Santuario mariano di Crea, sia tra le prime al mondo. Molte ricchezze di Santa Maria del Tempio sparirono durante le soppressioni del periodo napoleonico e risorgimentale, che si abbatterono dal 1802 sulle Comunità Religiose.
La fama di Santa Maria del Tempio era così grande nel Monferrato che molte famiglie in epoca moderna lasciavano i figli cadetti entrare nell’ordine dei cappuccini, che si sviluppò a Casale Monferrato dopo il Cinquecento.
Oggi a Santa Maria del Tempio sono sepolti Padre Giacinto Natta da Casale e Padre Bonaventura Carretti da Occimiano. Il primo nacque il 21 gennaio 1575 a Casale Monferrato dal conte Gabriele Natta d’Alfiano e dalla contessa Maria Polissena Biandrate di San Giorgio. Studiò lettere a Pavia, quindi per due anni filosofia e diritto a Salamanca; nel 1599 si addottorò a Bologna in utroque iure. Nel 1618 predicò a favore di una crociata contro i Turchi. Nel 1617-18 negoziò con successo la composizione del contenzioso tra i duchi di Parma e di Mantova. Morì, dopo molte sofferenze, il 17 gennaio 1627 nella città natale di Casale. Padre Giacinto Natta è un personaggio che non avrebbe sfigurato tra i Templari. Così come Padre Bonaventura da Occimiano, vissuto tra il 1708 e il 1772, inviato in Brasile come missionario apostolico. I due cappuccini sono accomunati dalla morte avvenuta «in concetto di santità».
Oggi, la comunità dei cappuccini non c’è più a Santa Maria del Tempio. Così come da un decennio non esiste più la biblioteca, che fotografai nel marzo-aprile 1998, insieme all’ultimo padre del vecchio convento, Felice Maria Monti (1919-2015), parroco per quarantatré anni. Il padre cappuccino, per paura dei furti, aveva radunato i quadri più preziosi nella cucina del convento. Dove sono finiti i libri? Le reliquie? Gli oggetti di valore? Per lo studioso è un colpo al cuore: una nuova dispersione tra Casale e Alessandria è avvenuta. Occorre visitare altre biblioteche, altre collezioni. I due magnifici globi terrestri del Settecento in bella mostra nella Grande Sala della Biblioteca del Seminario di Casale Monferrato provengono dalla Biblioteca di Santa Maria del Tempio. La biblioteca, tra le altre cose, possedeva anche collezioni di libri rarissimi appartenuti a canonici monferrini. È il caso del bibliofilo Ignazio de Giovanni.
Poco è rimasto a Santa Maria del Tempio, ma con uno studio diligente, forse, noi studiosi incanutiti potremmo ancora scrivere una corretta storia dei Templari dell’antica capitale del Monferrato, il cui nome, fin dal Medioevo, era unito a quello del santo patrono Evasio.