Dame in Monferrato

Guerra tra dame in Monferrato

Gli ultimi decenni del 1600 erano stati, per il Monferrato e per la città di Casale in particolare, molto complessi. L’alternarsi di tanti “padroni”, dai Gonzaga, ai Francesi, agli Spagnoli, aveva disorientato e sconvolto gli abitanti del territorio, fino alla definitiva restituzione del Monferrato al Duca Ferdinando Carlo Gonzaga, nel 1695.

Per pacificare gli animi, i Gonzaga avevano inviato da Mantova, a Casale, il Marchese Guidi-Bagno, uomo di grande esperienza politica, per ricoprire l’incarico di Governatore Generale del Monferrato.

Questi era giunto dunque a Casale nell’Agosto del 1696 e, come primo successo politico, aveva ottenuto che le famiglie aristocratiche, fuggite nelle loro ville in campagna per via delle frequenti guerre, si trasferissero nuovamente nei loro palazzi cittadini.

Tutto bene, dunque?

Assolutamente no.

Motivo della discordia si rivelò infatti essere la moglie del Governatore.

Era uso comune che, quando una nuova dama giungeva in città, tutte le signore aristocratiche andassero a porle i loro omaggi, cosa che infatti era puntualmente avvenuta.

Era, però, altrettanto d’obbligo restituire successivamente tale atto di cortesia ma, la signora Governatrice, aveva pensato bene di ricambiare tale gentilezza solo nei confronti di alcune delle dame, non di tutte. Sulla base di quale criterio, non lo sapremo mai.

Ma la situazione era destinata a peggiorare rapidamente perché durante l’inverno, la signora “dimenticò” di invitare, ai suoi ricevimenti, le nobildonne più “in vista” della città.

Le “influencer”, diremmo oggi.

Ovviamente, scoppiò il putiferio.

Dame in Monferrato

Il 31 agosto di ogni anno, si festeggiava il compleanno del Duca, signore di Mantova e del Monferrato. Nel 1697 venne organizzata la festa consueta che coinvolgeva tutta la città; al ricevimento ufficiale e pubblico, però, mancarono volutamente tutte le dame che si erano ritenute precedentemente offese.

Non contente, durante l’inverno, quando vennero organizzati numerosi ricevimenti nelle varie residenze nobiliari casalesi, manco a dirlo, l’invito della Signora Governatrice venne dimenticato. E non solo il suo ma anche quello delle  sue, cosiddette, favorite.

La faida era aperta.

E fu proprio in questo momento così delicato che la Governatrice compì il passo falso definitivo: disse pubblicamente che si sarebbe lamentata con il Duca in persona, a Mantova, a proposito del comportamento indegno delle “signore” casalesi.

Apriti Cielo.

Le Dame coinvolte decisero di muoversi d’anticipo e scrissero un memoriale che venne distribuito non solo in città ma fatto recapitare perfino alla corte di Mantova, in cui sostanzialmente dicevano che nulla esse avevano contro il Duca o il Signor Governatore ma unicamente contro la di lui moglie, la quale in diverse occasioni aveva dato prova di superbia e mancato rispetto delle convenzioni sociali.

Le diedero, insomma, della pescivendola. Per iscritto, per giunta.

Aggiungendo, poi, in un impeto tutto piemontese, che nessuna legge ducale imponeva alle signore casalesi di invitare a casa loro chicchessia, neppure una Governatrice.

La corte mantovana ed il Duca, ricevuto tale memoriale, ne risero a lungo. Perfino il marito, il Governatore, non prese le difese della moglie, non volendo amplificare una situazione già complessa, che rischiava di avere risvolti politici non trascurabili. Anzi, magari, ringraziò in silenzio le gentildonne casalesi che avevano, letteralmente, messo a tacere una donna insopportabile forse anche tra le mura domestiche. Nell’aprile del 1698 i Governatori decisero comunque di abbandonare Casale ed il loro incarico, che passò al Conte Antonio Callori di Vignale.

Il quale, ne siamo certi, fece un lungo discorso alla moglie, prima dell’insediamento.

Foto by Wikipedia.

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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