Avete mai sentito parlare delle campane di Grana Monferrato?
Il paesino di poco meno di 600 abitanti, ad una ventina di minuti di strada sia da Asti che da Casale Monferrato, a poche curve da Vignale, Altavilla e Montemagno, ci ha fatto riscoprire un aneddoto tutto francese che ormai il tempo ha mitigato ma non del tutto cancellato. Una volta era consuetudine l’aspersione con acqua santa di una campana prima del suo utilizzo. Così anche a Grana Monferrato, le otto campane del campanile della chiesa parrocchiale Assunzione di Maria Vergine si possono distinguere per nome. Addirittura, possono essere associate ad una madrina, con specifici criteri di scelta per ambire a questa carica con tanto di cerimonia di benedizione in presenza. La più grande, che pesa 9,70 quintali si chiama “Campanum” ed è dedicata alla Vergine Assunta.
Poi troviamo “Mezzana”, “Masdì”, “Dla Dutrina” e addirittura “Scola”. Ognuna aveva il suo compito. Ogni rintocco, della diversa tonalità, aveva il suo significato e ha scandito le giornate di intere generazioni. Anche perché la campana, come fusione di più metalli, impersonifica al meglio il legame fra civile e religioso al servizio della collettività.
E così “i bot di Verna” risuonavano ogni venerdì per ricordare il momento preciso della morte di Cristo. Come del resto “Al campan dal temp” con la terza e quarta campana che avvertivano l’arrivo di un temporale improvviso oppure “Al Sign” per la dipartita di un caro concittadino. Grana con i suoi 289 metri di latitudine è un centro pittoresco inerpicato su tre colli alle cui pendici scorre il torrente omonimo. Composto da quattro borgate il paese si snoda in una conformazione a chiocciola alla cui cima una volta sorgeva l’antico castello dove ora risplende appunto il complesso di Maria Vergine.
Imponente, seppur consumato dal tempo, nonostante le tantissime operazioni di rifacimento nel corso dei secoli, il muraglione a difesa della struttura. Fra le unicità di questo piccolo borgo ci sono senza dubbio i tipici agnolotti d’asino ed il presepe “Nino di Muzio” che quest’anno ha addirittura visto la sua prima edizione completamente online. Da sempre Grana è considerato un fiorente centro agricolo con un’importante produzione di barbera, grignolino e ruchè. L’azienda agricola Garrone ne è un esempio, con i suoi 12 ettari di vigneti che si affacciano anche sui comuni di Montemagno e Castagnole Monferrato impreziosendone i paesaggi. Abbondante è anche la raccolta dei tartufi bianchi che in questa zona prendono la denominazione “del Monferrato”.
Per un break culinario come non citare il Bar Trattoria Roma, vero locale di una volta, dove si può provare la cosiddetta finanziera. Un piatto tipico, ormai introvabile, composto dalle parti di scarto di carni bovine e bianche. Il nome finanziera deriva dall’abito dei banchieri, uomini d’affari dell’Ottocento che a quanto pare andavano ghiotti di questa pietanza.
Foto by Andrea Marchisio – Opera propria CC BY-SA 3.0 ©wikipedia