Il 25 marzo ricorre il Dantedì, data individuata dagli studiosi come inizio del viaggio allegorico di Dante Alighieri attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso.
La giornata nazionale celebra il Sommo Poeta, autore della Divina Commedia, studioso, politico, ma soprattutto rivoluzionario. Proprio Alighieri, a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, ebbe il coraggio e l’intuito di elevare il linguaggio del popolo e di usare il volgare fiorentino in letteratura, tanto che il nostro italiano è strutturato proprio su questa lingua.
Oggi anche noi lo ricordiamo, così come lui ha ricordato nelle sue opere il Monferrato. Quale onore trovare il nostro territorio tra le sue nobili righe!
Dante infatti cita il nostro territorio quando tratta di Guglielmo VII degli Aleramici, marchese del Monferrato, che colloca nel Purgatorio tra i principi negligenti. Guglielmo non esercitò un governo oppressivo, nè corrotto, ma fu forse troppo “buono” e liberale.
Casale Monferrato è poi uno dei pochi comuni italiani citati nella Commedia.
Nel Paradiso Dante parla della città monferrina quando incontra San Bonaventura e, attraverso le sue parole, biasima Ubertino da Casale, predicatore e teologo dell’ordine francescano, per aver deviato dalla Regola e averla resa troppo rigida.
Sembra che intorno al 1309 Dante si sia recato a Parigi, attraversando quindi il territorio che diventò poi il Piemonte. Questo spiegherebbe anche i passi in cui descrive il maestoso Monviso, da cui sorge il Po.
Sicuramente avrà apprezzato le dolci colline del nostro territorio, che un po’ gli avranno ricordato la terra da cui era stato allontanato.