Cocconato, incantevole borgo in Monferrato

Forse il territorio di Cocconato fu un antico insediamento dei Liguri; di certo nel I secolo d.C. esisteva, nella valle Marcellina, un villaggio di una certa importanza, fondato dai Romani.
Questa presenza romana è legata alla leggenda della pietra cagnola, un simulacro di oro massiccio a forma di testa di cane che veniva messo sull’erpice pensando che avesse il potere di rendere la terra più fertile; nel periodo delle invasioni barbariche la popolazione si rifugiò sulla cima della collina, cercando protezione sotto le fortificazioni dei signori Radicati, e nascose la pietra e altri monili preziosi in un profondo pozzo dove ancora oggi sembra si trovino.

L’origine del nome è probabilmente latina da cum conatus e sta a indicare lo sforzo con cui si raggiungeva la sommità della collina su cui sorge il paese.

Nei secoli successivi la storia di Cocconato si lega in modo indissolubile a quella dei suoi nobili, i conti Radicati che ottennero il feudo nel X secolo e lo resero uno stato autonomo grazie ad abili alleanze e a grandi poteri, compreso quello di battere moneta. Furono predominanti sui territori circostanti per più di 400 anni. Da inizio ‘300 i nobili del luogo risultano infeudati da parte del marchesato del Monferrato.

Oggi i conti Radicati non esistono più e non esiste nemmeno più il loro castello, se non alcuni tratti incorporati nelle mura del borgo; c’è ancora la torre che però ha vissuto grandissimi stravolgimenti: nel 1556 fu l’unica parte del castello a rimanere in piedi dopo l’assalto dei francesi; poi intorno al 1800 fu venduta e usata per installare una stazione per il telegrafo ottico Chappe, voluto da Napoleone per collegare Parigi con Milano e Venezia.
Circa trent’anni dopo la torre venne demolita e si iniziarono i lavori per trasformarla in un mulino a vento; per difetti meccanici intrinseci venne poi smantellato e l’edificio fu trasformato in abitazione privata. La torre venne completata con un terrazzo praticabile e all’interno furono ricavati due piani abitativi.
Un altro ricordo della presenza dei Radicati è il nome “Ponte” dato dagli abitanti alla piazza Cavour, a ricordo del luogo dove sorgeva il ponte levatoio del castello.

Il borgo è ricco di antiche case con balcone e ringhiere in ferro battuto e bellissimi portoncini in legno scolpito. Tantissime le chiese di origine antica erette nel centro e negli immediati dintorni.

Percorrendo le vie del borgo incrociamo la più imponente: è la chiesa di Santa Maria della Consolazione, inaugurata nel 1689; all’interno si trova una maestosa pala absidale, opera del pittore Vitaliano Grassi. L’altare maggiore in marmi policromi custodisce un’urna in legno scolpita nel ‘600, contenente le reliquie dei santi Patroni; sul pulpito troviamo la statua lignea della Madonna del Rosario di metà ‘700 e sopra l’ingresso l’organo dei fratelli Mingiardi, risalente al 1860.
In prossimità della porta detta del Mercato Vecchio, l’attuale via Roma, per un voto della popolazione contro la peste, venne eretta nel ‘600 anche la chiesa della Santissima Trinità, con una volta a botte completamente affrescata.
Mentre la chiesa della Madonna della Neve, detta anche solo della Pieve, è posta su un colle coltivato a vigneto, nella valle in cui, a partire dall’800, avvennero molti ritrovamenti di epoca romana; la prima attestazione dell’antica chiesetta è del 1250.

Caratteristico e ben visibile al centro del borgo è il palazzo comunale, risalente al XV secolo, probabilmente propaggine del castello dei conti Radicati, uno dei rari esempi in Piemonte di edifici civili in stile gotico.

In via Roma si trova anche un’antica farmacia: fondata nel 1642 da Giovanni Matteo Sacco, che in quell’anno otteneva le patenti da speziale, oggi è adibita ad attività commerciale, ma mantiene le caratteristiche originali ed è visitabile.

Chi desidera fare una camminata o un pic-nic all’aria aperta e circondato dal verde ha a disposizione il bellissimo parco forestale dell’Alberone, a pochi minuti dal centro. Pensato e realizzato dal prof. Conrotto è un luogo magico dove esplorare la flora e la fauna autoctone ed è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20 con ingresso gratuito.

In centro paese non mancano numerosi bar e ristoranti in cui assaporare i piatti tipici; tra i nostri preferiti Il Cannon D’oro, la Locanda Martelletti, la Cantina del Ponte; mentre appena fuori ci sono il Vecchio Castagno, la Cascina Rosengana e la Cantina Nicola.

Ovviamente, come in tutto il Monferrato, non mancano piccole e grandi cantine vinicole, imperdibili tappe per degustare e acquistare ottimi vini.
Vi segnaliamo:
Cantina Nicola, già citata anche per l’ottimo ristorante
Poggio Ridente, una bellissima azienda agricola biologica
La storica cantina Dezzani
La biodinamica Maciot
L’antichissima cantina Bava

Cocconato è un borgo molto vivace e sono tanti gli eventi che si susseguono durante l’anno.
I più famosi e tipici sono la fiera di San Marco il 25 aprile, il palio degli asini e la fiera medievale, ques’anno il 14 e 15 settembre; l’itinerario dei presepi…
Dal 2002 l’apprezzatissima rassegna enogastronomica Cocco…Wine dal 30 agosto al 1° settembre, a cui si è aggiunto dal 2016 Cocco…cheese, il formaggio in tutte le sue sfaccettature.

Cocconato è un centro turistico di eccellenza, certificato dalla bandiera arancione del Touring Club e dalla presenza nel circuito dei borghi più belli d’Italia!

Direi che non serve molto altro a convincervi…prossima destinazione: Cocconato in Monferrato!

Cocconato dista da: abbazia di Vezzolano 12 km, Castelnuovo Don Bosco 12 km, Odalengo Grande 18 km, Theresa sulla collina b&b 7 km

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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