Il bello del Monferrato è che dietro a ogni collina si nascondono piccoli, grandi e sorprendenti segreti, come ad esempio alcune specialità gastronomiche che meriterebbero senza dubbio maggiore notorietà.
Vi è mai capitato di sentir nominare o, ancora meglio, di assaggiare gli Amaretti morbidi di Acqui Terme?
Se la risposta è no, è arrivato il momento di rimediare.
Sempre lavorati artigianalmente, questi dolcetti portano molto bene i loro 200 anni di tradizione e sono ormai consacrati a prodotto d’eccellenza della produzione acquese.
Il loro segreto? Il giusto equilibrio tra dolce e amaro e… la morbidezza!
La ricetta è sempre rimasta invariata: l’impasto di mandorle (dolci, amare e armelline) zucchero e albume, una volta spezzettato, lavorato, cotto e raffreddato, viene inviluppato a caramella nelle cartine. In questo modo si impedisce la perdita di fragranza e l’indurimento, assicurando al prodotto finale una freschezza di cui non riuscirete più a fare a meno.
Insomma, l’Amaretto di Acqui è il dolce perfetto da gustare da solo, ma anche con creme, gelati o mousse che ne accompagnano squisitamente consistenza e sapore. Se poi vi dilettate in cucina, vi consiglio di provarli anche come base per il bunet!
E… il vino?
Si sa, mangiare mette sete e un amaretto tira l’altro: bisogna rimanere idratati!
Quale vino monferrino è assolutamente perfetto per godere appieno della “esperienza Amaretto”?
Sicuramente un bianco fermo, a elevata gradazione alcolica, come il Piemonte Moscato Passito Doc prodotto nell’alessandrino. Di un colore tendente all’ambrato, questo vino dolce e aromatico è particolarmente apprezzato dagli amanti delle profumazioni intense.
Nello specifico, il vino che spicca maggiormente tra i consigli di esperti e consumatori per gli abbinamenti con la pasticceria secca è il Moscato Passito di Strevi, che si è guadagnato così tanti consensi soprattutto grazie alla qualità delle uve moscato che si raccolgono sulle antiche vigne delle colline dell’Alto Monferrato. I sentori aromatici, infatti, danno vita a un grande equilibrio gustativo il cui risultato può mantenersi denso e strutturato per decenni, senza diventare stucchevole. Nonostante sia così largamente apprezzato, tuttavia, rientra nel gruppo di vini a rischio d’estinzione: la remunerazione è troppo scarsa rispetto all’impegno per produrlo. Per questa ragione, è entrato a far parte dell’elenco dei Presidi Slow Food, un progetto nato per tutelare le eccellenze enogastronomiche.
Se siete di passaggio in zona, non potete assolutamente perdervi l’occasione di provare questa combinazione, e se invece vivete nei dintorni vi consiglio di approfittare del weekend per godervi una mini-trasferta… con pausa merenda!
Foto Panorama da Acqui Terme ©Wikipedia Caulfield – Opera propria CC BY-SA 4.0