Paese di Malvasia, agnolotti di coniglio e alberi magici
Si festeggia ufficialmente ad agosto con una specifica “Sagra” ma ogni momento è buono per lasciarsi tentare da un buon bicchiere di Malvasia. Del resto a Casorzo si viene accolti così, lo dice persino la cartellonistica dell’infopoint che rievoca la dicitura D.O.C. datata 1968. Parcheggiando l’auto vicino alla Casetta dell’Acqua e provando ad orientarsi un po’ non si farà fatica ad incontrare qualche abitante del luogo pronto a raccontarci qualcosa di sorprendente. Innanzitutto c’è da fare una prima distinzione.
Esiste una Casorzo Bassa ed una Casorzo Alta. Ed è importante essere precisi perché il campanilismo si sa è cosa a cui da queste parte si dà un certo peso.
Casorzo Paese della Malvasia, come già anticipato, ma non solo: una tipicità di questo borghetto di appena 600 abitanti sono anche gli Agnolotti di Coniglio. Perché se è vero che la pasta è l’elemento primario, la vera sfida del tempo fra i vari paesi era quella di ricercare la farcia perfetta. Qualche chilometro più in là si fa con l’asino. A Casorzo in altra maniera. Continuando il nostro viaggio scopriamo che eretta su un colle domina la scena del paese, che è già in provincia di Asti, la Chiesa di San Giorgio e Madonna delle Grazie.
Si tratta di un vero e proprio complesso che unisce due edifici religiosi differenti che insieme rendono davvero solenne l’area sottostante dedicata ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Una scalinata riportante alcuni nomi di casorzesi di allora unisce il complesso alla statua bronzea di un soldato che abbraccia la bandiera italiana.
Questa chiesa, che durante la Seconda Guerra Mondiale, venne utilizzata come nascondiglio da alcuni gruppi di partigiani, oggi ospita qualche volta l’anno la realizzazione di mostre ed eventi. Nascosta fra gli alberi, qualche centinaio di metri più in basso, si può scorgere la caratteristica Torre di Casorzo. Per vederla da vicino bisognerebbe invadere più di una proprietà privata e per il momento ci dobbiamo accontentare di una fotografia da lontano. Proseguendo verso il centro del paese ci si imbatte verso la Chiesa barocca di San Vincenzo Martire.
Qui un tempo sorgeva l’antico Castello. Un luogo che rievoca antiche battaglie dove le truppe del Marchese del Monferrato fronteggiavano quelle della Città di Asti. Qui una volta trionfavano gli antichi bastioni a difesa del territorio, oggi parte una passeggiata che si può percorrere anche in bicicletta visto le sinuose pendenze. Due anelli circolari permettono di assaporare la bellezza delle colline circostanti. Ma non è finita qui.
A Casorzo esiste anche un prodigio di botanica.
Sulla strada che porta a Grana infatti, fa capolino una pianta alquanto particolare. Su di un gelso è cresciuto un ciliegio, e da quasi trent’anni il “Bialbero della Felicità”, così soprannominato dal “Consorzio per la tutela del Malvasia” è divenuto il vero simbolo di Casorzo.
Quando arriva la primavera sia il gelso che il ciliegio fioriscono. L’evento è omaggiato da tantissimi curiosi e affezionati in un’area che ormai, grazie all’installazione di una piccola area picnic è perfetta per accogliere gruppi di persone e piccole manifestazioni. Un posto magico e divenuto meta perfetta per gli innamorati.
Un po’ come noi che riusciamo ogni volta a emozionarci un pizzico in più alla scoperta di nuovi tratti di Monferrato.