Santa Libera Canelli

Dove c’era il mare, oggi c’è una torre

Risalendo una ripida collina disegnata da numerose vigne, si può scorgere una torre, che ai più romantici potrà sembrare la più verosimile ambientazione della tanto amata fiaba di Raperonzolo. Ma non siamo in una favola, bensì tra i bei paesaggi del Monferrato, dove, per altro, un tempo c’era il mare. Non è difficile, infatti, imbattersi in fossili, anche di importanti dimensioni, riscoprendo il passato più antico e remoto di questi luoghi, che oggi ci appaiono tanto magici anche grazie all’azione che vi esercitò l’acqua, milioni di anni fa.

Santa Libera Canelli
Santa Libera

Siamo sul confine tra Monferrato astigiano e Langhe, nel comune di Canelli, nella frazione di Santa Libera.

La torre è quella dei Contini e rientra a pieno titolo nel panorama delle turres magnas, ossia tutte quelle torri che costellano il territorio, in una varietà di tipologie unica, spaziando tra costruzioni a base quadrangolare o rotonda, realizzate in pietra oppure in mattoni, e così via. Un vero e proprio patrimonio artistico, che ci racconta una storia fatta di piccoli paesi e comuni impegnati costantemente nella sorveglianza e difesa dei propri confini.

Come accennato sopra, queste colline un tempo erano molto diverse da come le vediamo oggi e da come le vide chi costruì tutte queste torri: erano, infatti, per lo più coperte dal mare e popolate da numerosissime specie marine, andando da conchiglie e granchi, fino a grandi pesci, come il Megalodonte (Carcharocles megalodon), che poteva arrivare fino a 16 metri di lunghezza, di cui, per dare un’idea, rimane oggi una sua miniatura, lo squalo bianco. Ma qui nuotavano anche le balene, di cui si conserva uno scheletro praticamente completo nel Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano ad Asti.

Ma tornando alla nostra Torre dei Contini, sappiamo che fu edificata nel 1585 e che, probabilmente, non serviva solamente a proteggere e segnare i confini di Canelli, bensì era anche utilizzata come “magazzino” per la conservazione delle derrate alimentari. Realizzata in pietra e mattoni, la sua pianta è ottagonale, culminando con una copertura che ai nostri occhi risulta sicuramente elegante e raffinata.

Torre Contini

Diversamente da ciò che si può pensare, il suo nome non deriva da qualche famiglia che promosse la sua costruzione, bensì da quella che nell’Ottocento fu proprietaria dei terreni su cui sorge e su cui oggi crescono rigogliosi i vigneti dai quali si produce l’ottimo Moscato d’Asti, la cui storia va indietro nei secoli, arrivando addirittura a individuare nell’etimologia del nome un termine greco, moskhos (muschio), per poi giungere al termine romano, Muscatellum. Sembrerebbe, però, che questo vitigno sia stato coltivato ancora prima e che, forse, sia addirittura il primo nella storia dell’uomo, tanto da essersi guadagnato un posto tra i vitigni più antichi del mondo.

Per arrivare alla Torre dei Contini è necessario fare una breve passeggiata di circa 5 minuti tra i vigneti, con una discreta pendenza, ma assolutamente fattibile. Si può salire sulla sua sommità – grazie a una scala a chiocciola da percorrere con attenzione – e affacciarsi da entrambi i balconi, con una vista eccezionale su queste magnifiche colline.

Si tratta di una gita che durante l’autunno non può assolutamente mancare, grazie ai caldi colori di cui si tingono le foglie della vite, creando scorci e panorami davvero suggestivi, soprattutto se con anche una torre così bella!

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

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