Ricetta bonèt piemontese

Bonèt, dolce tradizionale piemontese, con e senza cacao

Chi non ha mai sentito parlare del bonèt, e chi non ha mai assaggiato questo dolce alla fine di un buon pranzo della domenica! Questa specie di budino, ma che poco ha da spartirsi con questo dolce, viene preparato in gran parte del territorio piemontese, soprattutto nel Monferrato e nelle Langhe, in due versioni: una più antica e meno conosciuta, l’altra più moderna.

La versione più antica non prevede l’uso del cacao, uno degli ingredienti ad oggi fondamentali per il bonèt piemontese. Conosciuto anche come bonèt monferrino, questo dolce al cucchiaio non è altro che un budino bianco agli amaretti, altro ingrediente tipico che non manca mai nelle ricette dolci piemontesi più famose.

Bonet tipico piemontese

Può capitare, in alcune zone del Monferrato in cui vi sono ampie coltivazioni di Nocciole Piemonte IGP, che tra gli ingredienti del bonèt bianco appaiano proprio anche le nocciole, inserite tritate, insieme agli amaretti, nel composto.

Pare che, solo dopo l’ingresso nelle cucine di nuovi ingredienti dalle colonie sudamericane, il bonèt cominciò a presentare la variante che oggi ha avuto la meglio, ovvero il bonèt al cacao e amaretti.

Perché si chiama Bonèt?

Nel dialetto piemontese il bonèt (o bunèt) è un “cappello” o “berretto tondeggiante” che ricorda anche lo stampo di rame in cui questo dolce veniva preparato. Simile ad un cappello da cuoco, veniva chiamato bonèt ëd cusin-a, ovvero cappello da cucina. Questa è l’interpretazione più famosa, dal Vocabolario Piemontese/Italiano di Vittorio di Sant’Albino del 1859.

Una seconda interpretazione, invece, vede il bonèt servito al termine del pasto, come “cappello” che va a chiudere tutto ciò che si è mangiato. Il paragone sta nell’usanza, soprattutto di una volta, di indossare il cappello come ultimo indumento, prima di uscire.

Oggi il bònet tradizionale monferrino è spesso preparato con la forma a mattonella, per poi essere tagliato a fette e servito al piatto. Ma in alcune occasioni viene anche preparato in monoporzione con lo stampo da budino.

Bonet tradizionale piemontese

La ricetta prevede possibili varianti, dall’utilizzo di un liquore al caffè al posto del rum, o semplice caffè, all’aggiunta di savoiardi al posto degli amaretti. Un tempo al posto del rum, veniva usato il Fernet, un liquore amaro che, servito a fine pasto, pare facilitasse la digestione.

Il bonèt veniva anticamente preparato dalle nonne per il pranzo della domenica, il giorno di festa e momento di riunione di tutta la famiglia. Ancora oggi è un dolce che viene spesso preparato per le occasioni di festa, e dal 2015 ha ottenuto la denominazione PAT come prodotto iconico della cucina piemontese, di Monferrato, Langhe e non solo.

La ricetta tradizionale del Bonèt con cacao e amaretti

Il bonèt è un dolce di antica tradizione a base di uova, zucchero, latte, rum e amaretti secchi. Può presentarsi con o senza cacao. La ricetta che vi proponiamo è quella più conosciuta, con il cacao amaro.

La cottura del bonèt è delicata e lenta, a bagnomaria: questo consentirà al dolce di rassodarsi e al tempo stesso rimanere morbido e cremoso.

Per prepararlo, dovrete iniziare dal caramello, che andrà versato sul fondo dello stampo e poi coperto con il composto del bonèt. La salsa al caramello si sposerà benissimo con la dolcezza del bonèt, regalando un piacevole contrasto di sapori dolce-amaro.

Ingredienti Bonet piemontese

Ingredienti

  • 5 uova
  • 200 g zucchero
  • 30 g cacao
  • 500 ml latte
  • 70 g amaretti
  • 1 bicchierino rhum

per il caramello:

  • 100 g zucchero
  • 2 cucchiai acqua calda

Preparazione

  1. Iniziate a sbattere tre uova intere e due tuorli con lo zucchero, finché diventano quasi bianche.
  2. Unite il cacao setacciato, poi aggiungete mezzo litro di latte a temperatura ambiente, un bicchierino di rum e gli amaretti pestati.
  3. In un pentolino fate caramellare lo zucchero, quando sarà completamente sciolto aggiungete l’acqua e mescolate velocemente, poi versate il caramello così ottenuto nello stampo del bonèt.
  4. Versate il composto nello stampo e cuocete il bonèt a bagnomaria, nel forno a 180° per 45 minuti.
  5. Fate la prova con uno stecchino, immergendolo nel bonèt. Se il bonèt è cotto, lo stecchino uscirà pulito.
  6. Sfornate il bonèt, lasciatelo raffreddare completamente e poi spostatelo in frigorifero. Il giorno dopo sformate il bonèt e servitelo a fette, con amaretti secchi sbriciolati o un amaretto morbido in accompagnamento al piatto.
Bonet con cacao e amaretti

Un viaggio tutto da vivere con i consigli e le dritte dei “locals” che vivono in questo magnifico territorio.

Altre storie
Laghi Lavagnina Piemonte
Alto Monferrato, dove una volta si cercava l’oro