Negli anni Ottanta dell’Ottocento, quando lo scrittore britannico Samuel Butler e il suo biografo Henry Festing Jones arrivarono in Piemonte, dopo essere stati invitati dal loro amico pittore Angelo Morbelli (che abitava a Milano, ma che aveva il suo buen retiro nel Monferrato), conobbero personaggi eccezionali, come l’avvocato e fotografo Francesco Negri, e da bons vivants scoprirono «this divine creature, Grignolino».
Festing Jones vent’anni dopo scrisse Diary of a journey through North Italy to Sicily in the spring of 1903 (stampato a Cambridge nel 1904). Nel Diario di viaggio dal Nord Italia alla Sicilia (una lettura assai piacevole), tra le altre cose, Henry Festing Jones riferisce della visita di Butler a Morbelli nella sua casa di campagna alla Colma di Rosignano Monferrato.
I ricordi del periodo trascorso nel Nord Italia non si riferiscono a episodi della primavera 1903 (ma agli anni Ottanta dell’Ottocento): pubblicando questo diario assai intimo e affettuoso, Festing Jones ricordava, romanticamente, i bei tempi passati in Italia dopo la morte dell’amico Butler, scomparso a Londra il 18 giugno 1902.
Divertentissima è la narrazione di Festing Jones di una gita a Camino, sempre nel Monferrato, a cui partecipò anche Cesare Coppo, che era l’albergatore della Rosa Rossa di Rosignano, dove i due inglesi dimoravano nei loro soggiorni tra le colline del casalese.
Leggiamo e traduciamo l’ottimo inglese, da gentleman, di Festing Jones: «Era una splendida giornata e viaggiammo attraverso una campagna dagli sfondi che ricordavano quelli di Bellini. A Camino salimmo la collina sino al castello, portandoci dietro il nostro sacchetto delle vivande, finché giungemmo in un ombroso boschetto a lato della strada con una fontana a portata di mano». Tra le vivande, c’era dell’ottimo prosciutto e qualche bottiglia di Grignolino, che fece esclamare a Butler in italiano: «Il Padre Eterno fu certo di buon umore nel giorno in cui creò il famoso Grignolino».
Ma cosa ci facevano due inglesi in Monferrato? Butler, accompagnato dall’amico Festing Jones, era venuto nel Nord Italia, per studiare il figurinista e scultore fiammingo Jean de Wespin, detto il Tabacchetti, a cui si devono i gruppi plastici di molte cappelle del Sacro Monte di Crea.
Butler, quindi, fu uno dei primi studiosi dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia (oggi Patrimonio Mondiale dell’UNESCO).
Nel 1881 Butler pubblicò Alps and Sanctuaries of Piedmont and Canton Ticino (tradotto in italiano a cura di Pier Francesco Gasparetto, Casale Monferrato, Piemme, 1991) e nel 1888 Ex Voto (tradotto in italiano nel 1894 con il titolo Ex Voto. Studio artistico del Sacro Monte di Varallo e di Crea, a cura di Angelo Rizzetti, Novara, Tipolitografia Dei Fratelli Miglio). Francesco Negri, avendo letto Ex Voto, inviò allo scrittore inglese un suo articolo sullo scultore fiammingo, invitandolo a Casale. Butler trovò in Negri un costante e sicuro punto di riferimento dei suoi frequenti soggiorni in Monferrato, come ci testimonia il Dizionario dei luoghi non comuni (pubblicato in Italia da Guanda).
In Alpi e santuari Butler racconta di Morbelli: «un artista famoso, un seguace di Segantini», frequentato «ogni volta che vado a Milano, dove vive con sua moglie e la sua famiglia». Butler ricorda anche il pittore a Ligornetto. Narra di una passeggiata in campagna dopo colazione, un cammino che il pittore divisionista trovò «molto romantico e scivoloso». Butler riferisce poi di grandi bevute con Morbelli al capitolo ventidue, Un giorno alle Cantine, di Alpi e santuari.
Per gli intellettuali di fine Ottocento, Butler era uno scrittore fondamentale, un Maestro. Nel 1872 aveva pubblicato in forma anonima il romanzo satirico Erewhon (che è, come è noto, l’anagramma di Nowhere, nessun luogo), che ebbe un grande successo.
Lo scrittore dedicò all’Italia opere di carattere saggistico; in particolare gli studi sull’Odissea. Butler sviluppò una teoria secondo la quale il poema era il lavoro di una giovane donna siciliana e i paesaggi descritti sarebbero quelli della Sicilia e delle isole vicine. Tale ipotesi, che gli attirò molte polemiche, fu enunciata nel saggio L’autrice dell’Odissea (1897) nonché nelle note della sua traduzione in prosa dell’Odissea. Nel Novecento, Robert Graves elaborò il tema di Butler nel romanzo Homer’s Daughter.
Butler, insomma, fu un autentico innamorato dell’Italia, con lunghi soggiorni in Sicilia e nell’Italia settentrionale. Fu attratto in particolare dal Monferrato e dai suoi uomini, dal paesaggio e dal Grignolino.
Butler, che faceva davvero onore al suo nome (in inglese significa maggiordomo, o meglio “cantiniere”, che deriva dal latino butticularius) spiegò un giorno al cameriere Pietro, della Rosa Rossa di Rosignano Monferrato, perché il Grignolino gli piaceva così tanto. Il buon Pietro, che evidentemente era del tutto ignaro dell’interesse di Butler per Tabacchetti, si mostrava infatti un po’ stupito delle ripetute visite in Monferrato dello scrittore inglese. La ragione, rispose simpaticamente Butler, era che l’Inghilterra, purtroppo, non produceva vino, mentre qui, a Casale, sapeva di poter trovare «this divine creature, Grignolino».