Destinazione perfetta per godersi questi primi scorci di bella stagione in Monferrato
Tra i posti del cuore del nostro Monferrato senza dubbio gode di un’ottima posizione Montemagno. Località adagiata sulle colline astigiane, distante poco più che una decina di chilometri dal capoluogo di provincia, nel suo tessuto artistico e monumentale ha tutta una serie di chicche e peculiarità che meritano senza dubbio una visita approfittando dell’arrivo della bella stagione. Montemagno è inserito nella lista dei “Castelli Aperti”, un’iniziativa culturale promossa dalle province di Alessandria, Asti e Cuneo in collaborazione con la Regione Piemonte, che contiene e valorizza ben 107 siti, pubblici e privati, da visitare.
Il suo simbolo principale è il Castello dei Conti Calvi di Bergolo sotto il quale si sviluppa tutto il Borgo, rispettando uno schema a pianta medievale. Fortificato nell’anno 981, originariamente si presentava come un fortilizio circondato da un muro e da un fossato. Negli anni seguenti, pagò duramente scotto dei combattimenti tra il Marchese del Monferrato e Asti. Raso al suolo nel 1290, venne praticamente ricostruito mantenendo la pianta irregolare. Con il passare degli anni, grazie a successive opere di miglioria, la struttura ha acquisto l’aspetto attuale che lo denota come una graziosa residenza signorile. Nonostante sia una proprietà privata è tuttora possibile visitare il Castello. Da maggio a ottobre, il robusto ponte levatoio riprende la sua funzione originaria accogliendo curiosi e amanti del genere. Il primo e terzo martedì del mese (dalle ore 9 alle ore 12) è possibile visitare gli ampi saloni e il giardino terrazzato interno, che custodisce tantissime piante caratteristiche.
Ai piedi del Castello si snodano i 12 vicoli che formano il recinto vecchio di Montemagno. Contrassegnati da numeri romani, sono disposti a raggera collegando la parte superiore dei Bastioni fino alla grande piazza dove sorge la Chiesa Parrocchiale, meglio conosciuta come Chiesa dell’Assunta. A primo impatto la mente riporterà a qualcosa di già visto e più conosciuto. Il disegno della Scalea Barocca, risalente al XVIII secolo, infatti, richiama Piazza di Spagna a Roma e il paragone, seppur possa risultare esagerato, regge. Costruita dai Montalero intorno al 1600, conserva al suo interno la loro tomba con il caratteristico stemma che svetta nel cornicione interno con l’inconfondibile aquila a due teste. Negli ultimi anni il plesso ha subito diversi interventi strutturali soprattutto per garantirne la stabilità.
Continuando la passeggiata costeggiando la “Strada Panoramica dietro al Castello” si apre una delle viste migliori di tutto il Monferrato. Nel 2020 l’Amministrazione Comunale ha installato un cannocchiale panoramico che permette di scrutare dall’alto alcuni grandi classici e le prossime mete del nostro viaggio. Arrivati fin qui infatti è impossibile non proseguire verso la Chiesa di San Vittore e Corona, un vero e proprio gioiello. Costruita nel 1345, intorno al Seicento decadde perdendo la sua originaria funzione, diventando poco più di un rudere. Quello che rimane oggi è la metà dell’abside e il campanile a pianta quadrata con archetti e cornici. Vi possiamo assicurare però che il colpo d’occhio, vista la campagna circostante, è davvero sensazionale.
Montemagno, oltre ad essere nella lista dei “Castelli Aperti”, fa anche parte dei “Sette Comuni di produzione del Ruchè di Castagnole Monferrato”, una specialità già trattata in questo portale, che se avrete la possibilità di visitare questi luoghi non potrete non provare. In più nel mese di maggio, va in scena una particolarissima ricorrenza. La Festa “Pane al Pane” infatti, è un appuntamento volto a omaggiare un’altra delle eccellenze di queste terre: il Pane Monferrino. La Grissia fa da padrona indiscussa, ma ovviamente c’è spazio per tutte le specialità della tradizione. Si mangia e si beve buon vino grazie alla presenza di stand e bancarelle con tantissimi produttori locali. Oltre al pane, domina l’agnolotto. Quindi focaccelle fritte con il lardo, infinite selezioni di salumi, formaggi, miele, creme di cioccolato. C’è spazio anche per le degustazioni di grappa, di cui questa zona è docente universitaria, e dolci tipici della zona. “Pane al Pane” è il festival del gusto, altroché.
Infine un’ultima perla, con possibilità di fermarsi anche per un bel pic-nic all’aria aperta, considerando l’area attrezzata. In pochi la conoscono ma il Santuario della Madonna di Vallinò merita una visita. Si dice che qui vivesse un eremita e pertanto in sua memoria venne eretto questo luogo di culto (dedicato a Maria Nascente) che si trova a 2 km dal centro del paese, precisamente presso la Cascina Gli Apostoli. Secondi gli studi questa chiesa, nascosta nella campagna astigiana, era il luogo ideale di preghiera per le truppe di soldati stranieri che battevano la zona intorno al 1600. Due secoli più tardi vennero costruiti il campanile e il suo altare marmoreo, che ne caratterizzano l’aspetto ancora oggi. Il quel tempo, al centro della chiesa dominava una statua di legno raffigurante la Vergine di Vallinò che veniva portata in processione per scongiurare duri momenti di siccità in paese. La tradizione della processione è rimasta e ogni anno l’8 settembre dal paese si parte con una cerimonia alla volta di questo luogo nascosto nella valletta.
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