Anna, figlia del duca d’Alençon, nasce nel dipartimento dell’Orne, in Normandia, nel 1492. Vanta parentele illustri, addirittura con il re di Francia, Luigi XII, il quale si occupa attivamente delle politiche matrimoniali della sua famiglia. Infatti fin dall’età di 8 anni, la giovane duchessa, come si usava all’epoca, viene promessa in sposa al marchese monferrino Guglielmo IX Paleologo, di 15 anni, erede di un importante territorio al di là delle Alpi: il Monferrato. Tutto sommato è fortunata, essendo la terzogenita molto probabilmente l’alternativa sarebbe stata per lei il convento a vita. Il re di Francia vorrebbe rinsaldare, attraverso questo matrimonio, i rapporti tra il suo Paese e quello che appare uno dei territori politicamente più stabili, affidabili e prosperi del suolo italico, il Monferrato, appunto.
I due sposi contraggono matrimonio solamente nel 1508, quando Anna é adolescente; la loro prima dimora é il castello di Pontestura, poi abbattuto in epoca napoleonica, e successivamente il castello di Casale. Si amano veramente, nonostante il matrimonio fosse combinato; nel 1508 nasce la primogenita, Maria, e nel 1509 un’altra bimba, Margherita. Ma é nel 1512 che la coppia da’ il benvenuto finalmente, all’erede maschio, tanto desiderato ma soprattutto necessario per stabilizzare il futuro del Monferrato: Bonifacio.
La felicità però è breve: il marchese Guglielmo muore poco dopo, all’età di 32 anni, e Anna si ritrova a guidare il marchesato, con l’aiuto di un consiglio di nobili cittadini tra cui figurano Benvenuto Sangiorgio e Galeotto del Carretto. Sono anni difficili per il territorio, attraversato dalla peste, dalla miseria e dalla carestia, ma è in mani salde, in quanto Anna è una amministratrice abile ed intelligente. Quando sembrava ormai che il peggio fosse passato, accade l’impensabile: il giovane erede, Bonifacio, si scontra al Ronzone, del tutto casualmente, durante una passeggiata a cavallo, con un altro cavaliere; nel giro di qualche giorno muore per emorragia interna, più precisamente il 6 giugno 1530. Ha appena 18 anni. Anna è inconsolabile ma è donna di carattere, molto amata dai suoi sudditi, che hanno potuto apprezzare in lei le doti di un grande leader politico.
La primogenita Maria aveva sposato, qualche anno prima, proprio a Casale durante una cerimonia fastosa, Federico Gonzaga, forse uno dei partiti più appetibili del tempo. Lo sposo, a detta di tutti, è bellissimo e prestante, ma forse non molto affidabile. Questi infatti, una volta rientrato a Mantova, volendo precedere Maria, ed essendo di lì a poco morto il padre, il duca Francesco, si era reso conto di essere un uomo finalmente libero dal ferreo controllo paterno. Aveva dunque deciso di darsi alla pazza gioia con la sua amante, la bellissima e spregiudicata Isabella Boschetto, scordandosi del tutto della giovane sposa, che aveva lasciato, sola, a Casale. Sollecitato dalla marchesa Anna a tener fede ai suoi impegni coniugali, non trovó di meglio che accusare Maria di aver tentato di avvelenare per procura la sua amante, e chiedendo, di conseguenza, l’annullamento del matrimonio al Papa, il quale si era lasciato facilmente convincere, forse dal potere (e dal patrimonio) dello sposo.
Alla morte del giovane Bonifacio, però, Federico Gonzaga aveva realizzato che Maria era divenuta erede del marchesato di Monferrato e aveva cercato in ogni modo, certo con una buona dose di faccia tosta, di riallacciare i rapporti con la marchesa Anna e la giovane sposa ripudiata. Ma il destino spesso ha altri piani e Maria muore a Casale nel 1530, forse per i patimenti che aveva dovuto subire vista la situazione, prima che Federico riesca nel suo piano di riavvicinamento.
Cosa fare, dunque? Certo il territorio del Monferrato è decisamente appetibile, florido e pacifico, e c’é una figlia superstite, Margherita, fino ad allora mai presa in considerazione da nessuno, in quanto secondogenita e per di più femmina, quindi forse destinata al convento. Ferdinando la chiede in sposa. La marchesa Anna acconsente, perché ritiene, giustamente, che il risentimento personale non debba entrare nelle valutazioni politiche, e si sente in dovere di mettere in sicurezza il territorio, ora sprovvisto di un erede maschio. I Gonzaga comunque sono una famiglia potente e lei chiede ed ottiene di poter reggere le sorti del Monferrato fino alla sua morte. Le nozze vengono celebrate a Casale, il 3 ottobre 1531 ma Anna, stavolta, pone una condizione: gli sposi rimarranno, insieme, in città , sotto il suo occhio vigile per un mese dopo il matrimonio e poi, sempre insieme, partiranno alla volta di Mantova.
Le cose stavolta andranno bene.
Margherita ha ereditato dalla madre, se non la bellezza, certamente intelligenza e saggezza, ma anche una pazienza infinita, dote che le sarà molto utile. Il marito Federico, infatti, mai interromperà la sua relazione con l’amante Isabella, fino alla fine dei suoi giorni. I figli di Margherita e Federico erediteranno il Monferrato, che diverrà parte integrante dei domini dei Gonzaga di Mantova, fino alla prima metà del 1600.
Anna d’Alençon, dunque, francese di origine, si ritrovò giovanissima in una città sconosciuta ma sappiamo, per certo, dalle sue lettere, dai documenti, dagli atti e dalle decisioni prese, che imparò presto ad amare e proteggere questo territorio, da cui fu prontamente corrisposta e che, a tutt’oggi, non l’ha ancora dimenticata.
Palazzo Anna d’Alençon
Dopo avere letto l’affascinante storia di Anna, vi consigliamo di recarvi presso il suo palazzo a Casale Monferrato, in via Alessandria. La facciata attuale non ha più caratteri distintivi.
Ma potete entrare liberamente nel cortile (dal lunedi al venerdi dalle 9 alle 19), rimanere abbagliati dall’antico splendore restaurato e immaginare di vederla passare sotto il porticato o davanti alle colonne in laterizio con i capitelli sgusciati e le decorazioni degli stemmi araldici, o mentre ride coi figli sul colonnato in legno. Oppure mentre accoglie gli ospiti presso l’antico portale d’accesso, sul cui architrave si legge una scritta augurale: “Duri questa casa fin tanto che la formica abbia bevuto tutti i flutti del mare e la tartaruga abbia fatto tutto il giro della terra”.